Ma il “professorino” ci può salvare
Dire che Mario Monti è un professorino che non capisce nulla di economia, sarebbe come dire che Berlusconi è uno che non capisce nulla di emittenti televisive e di escort o come dire che Bersani non saprebbe distinguere un salame felino da una lucanica trentina o che Vendola non farebbe differenza tra Mario e Maria.
Eppure se le suonano così i leader dei raggruppamenti impegnati nella più sgangherata campagna elettorale della storia, interpreti ormai stremati del copione di sempre, ignari che intanto la scena è cambiata, il teatrino ha perso le quinte e i suggeritori sono fuggiti.
Ed anche gli spettatori, cioè gli elettori, non sono più gli stessi perché sono molto più lucidi ed emancipati dei candidati.
Ma ciò che fa venire i brividi, più di ogni altra distorsione, è constatare che l’obiettivo più urgente sfugge ai più: la nostra sopravvivenza in Europa e nel mondo.
Il che non significa diventare gregari della Merkel come berciano gli ignorantissimi esponenti di partiti che predicano l’abolizione dell’euro e l’uscita dell’Italia dall’Unione Europea, per creare nuove repubbliche fondate sull’egoismo e la xenofobia.
L’Italia diverrebbe un barcone alla deriva, senza garanzie di approdo né prospettive di asilo e di sviluppo.
Solo all’interno di una squadra europea si può giocare la partita della crescita, dopo avere subito a malincuore la stagione (inevitabile) dei sacrifici.
Che piaccia o no, su questo tema, solo Mario Monti dimostra di avere le idee chiare ed è l’unico, infatti, che abbia la credibilità per sedere ai tavoli in cui si decidono i destini comuni. L’unico presentabile e riconosciuto dai partner tra tutti i pretendenti.
I vecchi partiti si perdono ancora nel derby anacronistico tra destra e sinistra, scimmiottando un bipolarismo ormai dissolto, fingendo di non accorgersi che sono riemersi tutti gli atolli dell’ingovernabilità garantita che avevamo affondato nel 2008.
Ormai ci sono più centri che periferie e ogni centro vuole essere più centro degli altri perché una cosa è certa: la gente è nauseata dagli estremismi, dalla contrapposizione tra destra e sinistra che ha portato allo sfascio di tutto, compreso il nostro futuro.
Ciò che irrita, infine, è che persino un Papa trovi il coraggio di dimettersi, mentre gli imbecilli e gli sfascisti non si dimettono mai.