Riforme: cominciamo dai parlamentari

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Consigli agli elettori: ai vostri candidati chiedete loro, prima del voto, di impegnarsi su alcune riforme di sistema che noi non siamo riusciti a portare a compimento per svariate azioni di ostruzionismo interessato e trasversale:

  1.  La madre di tutte le riforme: buttare via il “porcellum” e fare una riforma vera maggioritaria o proporzionale non importa, ma che restituisca agli elettori la scelta dei candidati ed il diritto di eleggere i propri rappresentanti.
  2. Riduzione dei deputati da 630 a 200 e dei senatori da 315 ( +7 a vita) a 100.
  3. Retribuzione netta complessiva mensile del parlamentare  a 5.000 €.
  4. Soppressione del fondo per la segreteria (attualmente 4.600€ al Senato e 4.190 alla Camera)  da lasciare all’amministrazione  del Parlamento che fornirà il personale necessario secondo concorso pubblico.
  5. Soppressione della diaria forfettaria  mensile (attualmente 4.600€ al Senato e 4.003€ alla Camera) ed applicazione del sistema del pié di lista, con esibizione dei biglietti di trasporto, taxi, fatture di alberghi, di ristoranti o affitti di appartamenti, , ecc. per ottenere i rimborsi.
  6. Soppressione di tutti gli altri sistemi forfettari integrativi annui per rimborsi di spese di viaggio e telefoniche  (3.995€ e 3.098€).
  7. Soppressione di auto di servizio per presidenti di commissione, segretari e questori d’aula, presidenti e vicepresidenti di gruppi parlamentari, funzionari del Parlamento. (Il parlamentare senza incarichi non ha auto di servizio).
  8. Soppressione delle indennità economiche integrative per presidenti di commissione, vicepresidenti, segretari e questori d’aula.
  9. Abolizione del vitalizio, anche quello riformato in senso contributivo. Ogni parlamentare pagherà i contributi all’ente previdenziale di appartenenza professionale. (Vedi intervento in aula del sen. Santini del 4 aprile 2007). Chi non ha un lavoro dovrà trovarselo.
  10. Soppressione di una pletora di commissioni speciali costituite solo per risarcire qualcuno rimasto   escluso da altri incarichi.
  11. Riduzione da 14 a 8 delle commissioni legislative (come al Consiglio d’Europa con 638 parlamentari di 47 Paesi).
  12. Cancellazione di qualsiasi immunità parlamentare.
  13. Implementare le giornate di lavoro dal lunedì al venerdì.

E ancora:

  1. Abolizione di tutte le Province, tranne quelle autonome.
  2. Incompatibilità totale del mandato parlamentare con quelli di sindaco, assessore, consigliere o assessore provinciale o regionale di qualsiasi livello.
  3. Divieto assoluto di esercitare qualsiasi professione durante il mandato parlamentare, ad iniziare da quelle di avvocato, medico, giornalista, giudice, professore universitario.
  4. Incompatibilità assoluta del mandato di parlamentare con ruoli nei consigli  di amministrazione di enti pubblici e privati.
  5. Trasparenza e pubblicazione dello stato patrimoniale al momento dell’elezione.

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