Ma adesso i partiti lo lascino lavorare

Mario Monti

Mario Monti

Adesso, per favore, nessuno disturbi il manovratore. Proprio come sui tram che devono procedere su binari obbligati, ma verso destinazioni ben delineate. In questo caso la lettera di Bruxelles.

E’ questo l’orientamento emerso in Senato a conclusione del dibattito che ha fatto seguito alla presentazione del programma del nuovo Governo, guidato da Mario Monti.

Da tutti i gruppi, tranne la Lega, si sono susseguite dichiarazioni di fiducia e garanzie di appoggio, anche se con qualche riserva. Il tono di Monti è stato misurato sia nel presentare i sacrifici che ci attendono, sia le riforme da proporre all’Europa.

Indovinato l’esordio,davanti ad un’aula parlamentare per il leader di un Governo tecnico, quando ha detto: “Il Parlamento è il cuore pulsante di ogni politica di governo, snodo decisivo per il rilancio della vita democratica. Al Parlamento vanno riconosciuti dignità, credibilità e autorevolezza. Da parte mia e nostra ci sarà sempre una chiara difesa del ruolo del Parlamento”.

Azzeccata anche la definizione di “governo di impegno nazionale” che si propone come collante tra politica, istituzioni e cittadini.

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