Dal porcellum al non voto

maialecherideQuesta volta la “porcata”,  come il padre della legge elettorale  ”porcellum”, il leghista Calderoli, ha definito la propria creatura è stata doppia. Abbiamo trascorso un’intera legislatura ad ascoltare  i proclami dei leader che garantivano la sua abolizione e promettevano una nuova legge elettorale.
Quando questa era pronta e sarebbe bastata una votazione in Senato perché  passasse é stata provocata ad arte la fine anticipata della legislatura, per la paura di non potere collocare nei posti sicuri i propri pupilli nelle liste elettorali.
Bisogna purtroppo riconoscere che l’assalto finale è stato sferrato da Berlusconi il quale, togliendo la fiducia al governo dei tecnici, ha provocato le dimissioni di Monti, causando così due danni: uno agli italiani e uno a se stesso.
Agli italiani ha tolto il diritto di scegliere i propri candidati secondo metodi democratici. Verso se stesso ha fatto un autogol perché ha reso un grande favore alla sinistra e a tutti gli altri partiti che volevano la stessa cosa ma non avevano il coraggio di chiederla per timore di perdere consensi.
Questa violenza verso un diritto fondamentale provocherà, come estrema protesta, un alto numero di persone che non andranno a votare.
Un simile fenomeno produrrà una grave disaffezione dalla partecipazione nella politica delle fasce più equilibrate della cittadinanza, quelle refrattarie alle ideologie ed ai fanatismi dei partiti, quelle che votano le persone per le qualità ed i meriti che manifestano e non perchè imposte da un leader “padrino”.
L’assenza del voto moderato e benpensante favorisce e potenzia le componenti estremistiche ed anarchiche, con grande rischio non solo per la democrazia ma anche per la sicurezza generale della vita sociale.
Ma queste considerazioni non toccano i partiti ed i loro leader, appagati di disporre ancora di un parlamento di nominati, non di eletti: pupazzetti fedeli da pilotare nelle votazioni più improponibili e più lontane dagli interessi veri degli italiani.

 

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